Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

Il disincanto progressista. Lo specchio dell'America Latina

Di
Il disincanto progressista. Lo specchio dell'America Latina

Anche in America latina si assiste al “disincanto progressista” che ripercorre tutto l’Occidente. Le crisi in Brasile e Venezuela, i successi di Mauricio Macri in Argentina e Pedro Pablo Kuczynski in Perù, e il risultato negativo del referendum per rendere possibile la rielezione di Evo Morales in Bolivia, ci indicano come le variegate sinistre latinoamericane, da quelle populiste a quelle socialdemocratiche, abbiano perso il rapporto con la maggioranza dei cittadini che aveva durato circa un ventennio. Ci sono numerose letture di questa tendenza che, probabilmente, sarà confermata in altri Paesi nelle prossime tornate elettorali. Dalla sempre presente "teoria del pendolo" dei cicli destra-sinistra, agli specifici errori delle varie classi dirigenti perché sono state molto o poco di sinistra. Queste narrazioni sicuramente contengono importanti pezzi di verità, ma l’estensione del fenomeno chiama in causa fattori più profondi e strutturali. Si tratta di interrogativi che riguardano non solo l’America latina e le cui risposte sono complesse e collettive. Due orizzonti concettuali, strettamente collegati, ci appaiono particolarmente significativi in proposito. Da un lato, le difficoltà delle proposte politiche per consolidare Stati inclusivi e pienamente democratici nel subcontinente. Dall’altro, la debolezza dell’inserimento dell’America latina nel quadro internazionale, più specificamente nei rapporti con il processo di globalizzazione. Nella storia recente dell’America latina, il processo di riforme politiche e istituzionali ha avuto inizio, negli anni ’80, con la profonda crisi dello Stato centralista, legata in prima istanza ai problemi del mancato pagamento del debito estero e la conseguente crisi fiscale. Una crisi multidimensionale che ha prodotto “tre fenomeni comuni a tutti i Paesi latinoamericani, che hanno cambiato la fisionomia economica e politica della regione. Questi fenomeni sono stati la democratizzazione, la stabilizzazione macroeconomica (vale a dire la riduzione dell’inflazione e il controllo dei grandi disordini fiscali a essa associati) e l’apertura dei Paesi al commercio internazionale mediante la riduzione dei dazi doganali e altri ostacoli al commercio” (Lora, 2007). Si è trattato di fenomeni di lunga durata e di carattere strutturale che, come si vedrà più avanti, hanno trovato condizioni favorevoli nel processo di globalizzazione. Se si considerano i 18 Paesi latinoamericani continentali, nel 1980 soltanto sei erano governati da presidenti eletti a sufraggio popolare, mentre tre decenni dopo in tutti questi Paesi si svolgono delle elezioni regolari. Anche le deposizioni non istituzionali di presidenti latinoamericani hanno trovato soluzioni rapide con meccanismi costituzionali e parlamentari. L’iperinflazione latinoamericana è ormai un ricordo e l’apertura commerciale, in maggior o minor grado, si è consolidata: dai daziin mediadel 50-60% degli anni ’80 si è passati ai dazi del 5-10% degli anni recenti.
 

Leggi Articolo completo

SCARICA L'ARTICOLO IN PDF

Pubblicato da : Jose Luis Rhi-Sausi, rightslider

Condividi post

Repost0